La sindrome di Raynaud è una malattia rara che colpisce i vasi sanguigni causando episodi di diminuzione del flusso sanguigno delle mani e dei piedi. Affetto da questa patologia, nel 1990 Roberto Parmigiani si reca alle terme di Royat, in Francia, dove i bagni carbo-gassosi a secco (CO2) erano già riconosciuti come trattamento efficace per le patologie vascolari.
La nostra storia: la curiosità intellettuale spinge Roberto a pensare che la CO2potesse essere efficace anche somministrata per via intradermica. La sua esperienza in biologia e la prova diretta dell’efficacia in campo termale risvegliano in lui il desiderio di testare su se stesso quest’idea. Ma come fare?
Grazie allo stretto contatto con il dottor Lattarulo, che nei primi anni 90 stava lavorando nel Centro di Microangiologia del Policlinico di Monza, Roberto riesce a conoscere il professor Curri, direttore del centro, la cui preziosissima collaborazione permette di studiare gli effetti dell’iniezione di anidride carbonica sul microcircolo nell’uomo.
Le prime valutazioni microangiologiche sono state effettuate con l’utilizzo del Laser Doppler Flow, che ha permesso di monitorare in tempo reale l’aumento del flusso sanguigno e della concentrazione di ossigeno che viene liberata nei tessuti (Curri, Lattarulo, Albergati).
I primi anni sono contrassegnati da numerose osservazioni cliniche e dalla diffusione del termine “Carbossiterapia” intesa come somministrazione controllata di CO2medicale per via intradermica (prima intesa solo come trattamento esterno termale).
Arriva quindi il momento di dare una forma a tutto il lavoro svolto: nasce Carbossiterapia Italiana Srl, società pensata per sviluppare questa nuova metodica e per scoprire le sue applicazioni cliniche. Come logo viene scelto un atomo per sottolineare la scientificità dell’approccio e dei lavori in corso.
Gli sforzi degli anni precedenti portano a l’ingegnerizzazione di un software che rileva elettronicamente, attraverso dei sensori, la resistenza incontrata dal gas nel tessuto.
Il controllo di questo valore di resistenza, che è soggetto a continue e costanti variazioni in relazione al tipo a alle condizioni dell’area trattata, è fondamentale per l’efficacia della terapia.
Senza questo controllo non si potrebbe essere certi della quantità realmente iniettata nel tessuto e il risultato terapeutico sarebbe differente da paziente a paziente. Grazie a questo sistema invece è possibile ottenere un risultato terapeutico riproducibile nei tempi e nei modi desiderati.
I valori vengono gestiti da un softwareche controlla un sistema elettrovalvole permettendo di aumentare o diminuire automaticamente il flusso in uscita dal device per bilanciare la variazione di resistenza. In questo modo il medico può impostare e monitorare esattamente il flusso di CO2 che viene realmente iniettato nel tessuto. Questo sistema di controllo elettronico del flusso tramite software viene brevettato internazionalmente, proprio perché la sua precisione garantisce il controllo da parte del medico e quindi l’efficacia del trattamento, nonché la sua riproducibilità. Il device viene così certificato UNI ISO, UNI CEI e IQNET.
Con l’attuazione di una nuova regolamentazione europea per dispositivi medico-chirurgici (direttiva 93/42/CEE), Carbomed ottiene la certificazione CE 0051 di Classe IIB, che lo certifica come l’unico dispositivo nella Comunità Europea con il permesso di somministrare CO2 in maniera invasiva. La classe di merito IIB sta a indicare la certificazione del dispositivo per operare un’attività invasiva diretta destinata ad avere un effetto biologico sul tessuto trattato.
Negli stessi anni vengono pubblicati i primi articoli scientifici impattati su riviste come Aesthetic Plastic Surgery e viene istituito il primo Corso Universitario di Carbossiterapia presso la cattedra di chirurgia plastica dell’Università degli studi di Siena diretta dal Professor Carlo D’Aniello.
Date le esperienze cliniche ottenute in tutto il mondo, ripetutamente riconosciute e pubblicate, diventa imprescindibile espandere il gruppo scientifico internazionalmente: da “Gruppo Italiano di Studi sulla Carbossiterapia” si passa a “Gruppo Internazionale di Studi sulla Carbossiterapia”, mantenendo l’abbreviazione GISC.
È arrivato il momento di tracciare delle linee guida per la Carbossiterapia intesa come metodica invasiva, nei vari ambiti di applicazione conosciuti. Per questo nel 2005 organizziamo il Primo Meeting internazionale del GISC riunendo specialisti provenienti da Europa, Asia, America Latina e Stati Uniti per un confronto basato sulle esperienze personali nell’uso della Carbossiterapia con i nostri device: vengono tracciate le prime linee guida della metodica per l’applicazione in chirurgia plastica, medicina estetica, dermatologia e flebologia.
I nostri continui sforzi nell’innovazione tecnologica hanno portato allo sviluppo di CDT Evolution, che ha portato con se programmi aggiornati per la medicina estetica, l’anti-aging, il trattamento delle ulcere, nonché una versione portatile: CDT Light.
In collaborazione con Carboxy Asia “Joy Medicom” (partner di Carbossiterapia Italiana dal 2002) sono stati sviluppati i fili Shaping Up, fabbricati in polidiossanone (PDO) di classe IV, assorbibili e antimicrobici.
Seguendo le esigenze dei nostri clienti, abbiamo lanciato Élevance, una linea di fili in PDO di nuova generazione e dalla lunga durata.
Siamo diventati distributori esclusivi in Europa per il dispositivo di microneedling Raffine, che ha rappresentato il nostro primo passo verso tecniche complementari.
Assecondando le esigenze dei nostri clienti, introduciamo un device per Carbossiterapia sempre più adatto a un utilizzo ambulatoriale.
Evolviamo quindi alla CDT Light High Tech, versione trasportabile e con schermo touch, studiato per un inserimento real time dei parametri.
Con questo device apportiamo significative migliorie al software e implementiamo i protocolli di trattamento.
Per farlo, ci stiamo concentrando su:
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