LA NOSTRA STORIA
1996
Carbomed
La conquista di una “sensibilità” speciale
1996
Il lavoro in università
La nascita del gruppo scientifico in Italia
1998-2001
I Riconoscimenti
Un passo avanti nel mondo: i primi risultati scientifici
2004-2005
Il Gruppo di ricerca
Internazionalizzazione del GISC
2006-2008
Focus sulle innovazioni
Quando teoria e pratica si incontrano: Carbomed CDT Evolution
2009-2010
Avvicinarsi al medico
Carbossiterapia prêt-à-porter: Carbomed CDT Light
2011-2012
Il risultato della globalizzazione
Gli effetti collaterali del promuovere una metodica e non un prodotto
2013-2014
Un nuovo inizio
Nuove opportunità guardando l’Asia: la linea Shaping UP
Le origini
Da un problema personale a una soluzione inattesa

La sindrome di Raynaud è una malattia rara che colpisce i vasi sanguigni causando episodi di diminuzione del flusso sanguigno delle mani e dei piedi. Affetto da questa patologia, nel 1990 Roberto Parmigiani si reca alle terme di Royat, in Francia, dove i bagni carbo-gassosi a secco (CO2) erano già riconosciuti come trattamento efficace per le patologie vascolari.
La nostra storia: la curiosità intellettuale spinge Roberto a pensare che la CO2 potesse essere efficace anche somministrata per via intradermica. La sua esperienza in biologia e la prova diretta dell’efficacia in campo termale risvegliano in lui il desiderio di testare su se stesso quest’idea. Ma come fare?

1990-1991 L’idea della Carbossiterapia
I primi passi della ricerca

Grazie allo stretto contatto con il dottor Lattarulo, che nei primi anni 90 stava lavorando nel Centro di Microangiologia del Policlinico di Monza, Roberto riesce a conoscere il professor Curri, direttore del centro, la cui preziosissima collaborazione permette di studiare gli effetti dell’iniezione di anidride carbonica sul microcircolo nell’uomo.
Le prime valutazioni microangiologiche sono state effettuate con l’utilizzo del Laser Doppler Flow, che ha permesso di monitorare in tempo reale l’aumento del flusso sanguigno e della concentrazione di ossigeno che viene liberata nei tessuti (Curri, Lattarulo, Albergati).


1992-1993 Cosa vuol dire “Carbossiterapia”
Stesso termine per una nuova metodica

I primi anni sono contrassegnati da numerose osservazioni cliniche e dalla diffusione del termine “Carbossiterapia” intesa come somministrazione controllata di CO2 medicale per via intradermica (prima intesa solo come trattamento esterno termale).
Arriva quindi il momento di dare una forma a tutto il lavoro svolto: nasce Carbossiterapia Italiana Srl, società pensata per sviluppare questa nuova metodica e per scoprire le sue applicazioni cliniche. Come logo viene scelto un atomo per sottolineare la scientificità dell’approccio e dei lavori in corso.

1994-1995 Una ricerca high-impact
Le difficoltà iniziali nel validare la metodica

Ottenute le prime evidenze, diventa importante dimostrarle così come Galileo ci ha insegnato. Come ottenere dei risultati con un esito scientificamente rilevante? Era necessario sviluppare un dispositivo medico che riuscisse a misurare precisamente le variabili in gioco per poterle controllare quantitativamente.
Così investiamo tutte le nostre energie nello sviluppo di un medical device.
Il primo prototipo era semplicemente provvisto di un flussometro meccanico che misurasse la velocità di uscita nel flusso di gas dalla macchina. Un semplice erogatore di gas non era abbastanza. Come poter misurare il flusso che realmente viene iniettato sottocute?

1996: La nascita di Carbomed
La conquista di una “sensibilità” speciale

Gli sforzi degli anni precedenti portano a l’ingegnerizzazione di un software che rileva elettronicamente, attraverso dei sensori, la resistenza incontrata dal gas nel tessuto.
Il controllo di questo valore di resistenza, che è soggetto a continue e costanti variazioni in relazione al tipo a alle condizioni dell’area trattata, è fondamentale per l’efficacia della terapia.
Senza questo controllo non si potrebbe essere certi della quantità realmente iniettata nel tessuto e il risultato terapeutico sarebbe differente da paziente a paziente. Grazie a questo sistema invece è possibile ottenere un risultato terapeutico riproducibile nei tempi e nei modi desiderati.
I valori vengono gestiti da un software che controlla un sistema di elettrovalvole permettendo di aumentare o diminuire automaticamente il flusso in uscita dal device per bilanciare la variazione di resistenza.
In questo modo il medico può impostare e monitorare esattamente il flusso di CO2 che viene realmente iniettato nel tessuto. Questo sistema di controllo elettronico del flusso tramite software viene brevettato internazionalmente, proprio perché la sua precisione garantisce il controllo da parte del medico e quindi l’efficacia del trattamento, nonché la sua riproducibilità. Il device viene così certificato UNI ISO, UNI CEI e IQNET.

1996: Il lavoro in Università
La nascita del gruppo scientifico in Italia

Visto che il device era pronto per sostenere quantitativamente degli studi clinici, iniziamo a coordinare e finanziare i primi studi scientifici sulla Carbossiterapia presso la cattedra di Chirurgia Plastica dell’Università degli studi di Siena diretta dal Professor Carlo D’Aniello.
Contestualmente costituiamo il primo Gruppo Italiano di Studi sulla Carbossiterapia (GISC) per condividere le esperienze cliniche maturate. Da questo periodo avviamo lo sviluppo di una rete commerciale in Italia e diventiamo il fornitore leader a livello mondiale per Carbossiterapia.

1998-2001 Riconoscimenti internazionali
Un passo avanti nel mondo: i primi risultati scientifici

Con l’attuazione di una nuova regolamentazione europea per dispositivi medico-chirurgici (direttiva 93/42/CEE), Carbomed ottiene la certificazione CE 0051 di Classe IIB, che lo certifica come l’unico dispositivo nella Comunità Europea con il permesso di somministrare CO2 in maniera invasiva. La classe di merito IIB sta a indicare la certificazione del dispositivo per operare un’attività invasiva diretta destinata ad avere un effetto biologico sul tessuto trattato.
Negli stessi anni vengono pubblicati i primi articoli scientifici impattati su riviste come Aesthetic Plastic Surgery e viene istituito il primo Corso Universitario di Carbossiterapia presso la cattedra di chirurgia plastica dell’Università degli studi di Siena diretta dal Professor Carlo D’Aniello.

2004-2005 Il gruppo di ricerca
Internazionalizzazione del GISC

Date le esperienze cliniche ottenute in tutto il mondo, ripetutamente riconosciute e pubblicate, diventa imprescindibile espandere il gruppo scientifico internazionalmente: da “Gruppo Italiano di Studi sulla Carbossiterapia” si passa a “Gruppo Internazionale di Studi sulla Carbossiterapia”, mantenendo l’abbreviazione GISC.
E’ arrivato il momento di tracciare delle linee guida per la Carbossiterapia intesa come metodica invasiva, nei vari ambiti di applicazione conosciuti. Per questo nel 2005 organizziamo il Primo Meeting internazionale del GISC riunendo specialisti provenienti da Europa, Asia, America Latina e Stati Uniti per un confronto basato sulle esperienze personali nell’uso della Carbossiterapia con i nostri device: vengono tracciate le prime linee guida della metodica per l’applicazione in chirurgia plastica, medicina estetica, dermatologia e flebologia.
2006-2008 Focus sulle innovazioni
Quando teoria e pratica si incontrano: Carbomed CDT Evolution
Le conoscenze acquisite grazie alle esperienze internazionali ci fanno dare un nuovo impulso all’innovazione tecnica dell’azienda: sviluppiamo e brevettiamo una soluzione ancora migliore, una evoluzione della macchina precedente e la chiamiamo Carbomed CDT Evolution (Carbon Dioxide Therapy Evolution), poi conosciuto semplicemente come CDT Evolution.
Mantenendo il brevetto per il controllo elettronico del flusso, in aggiunta può controllare temperatura, sterilità e umidità dell’anidride carbonica erogata. Inoltre, grazie all’apporto degli studi del GISC, aggiorniamo il software del device e standardizziamo dei programmi dedicati per medicina estetica, trattamenti anti-aging, ulcere e ferite difficili.
2009-2010 Avvicinarsi al medico
Carbossiterapia prêt-à-porter: Carbomed CDT Light
Quando la Carbossiterapia inizia a diventare una pratica d’uso quotidiano, ci siamo avvicinati alle esigenze del medico più da vicino:
– lanciamo CDT Light, versione portatile di CDT Evolution, per ovviare alle necessità di trasporto e di spazio nelle cliniche
– studiamo dei nuovi protocolli di trattamento con un focus sulle “tecniche integrate”, per quei medici che volevano sperimentare la Carbossiterapia in combinazione con altre metodiche.


Grazie alla straordinaria collaborazione con Carboxy Asia (Joy Medicom), nostra partner dal 2002, Carbossiterapia Italiana crea una nuova linea di prodotti che risponde al bisogno di “risolvere senza stravolgere”: un rassicurante slogan che invita ad accostarsi alla medicina estetica senza esagerare.
Con questa concezione sviluppiamo la linea Shaping UP, una nuova tipologia di Fili riassorbibili in PDO (fili di sutura in Polidiossanone di classe 4) che grazie alle loro caratteristiche di elasticità e resistenza stimolano la naturale produzione di collagene potendo effettuare dei soft-lifting senza necessità di chirurgia.
RISOLVE MA NON STRAVOLGE
2015-2016 Nuove linee di business
Allargare la fetta di mercato: Raffine e Celtick
Visti i positivi risultati ottenuti con Shaping Up, Carbossiterapia Italiana entra per la prima volta sul mercato di altri prodotti: diventiamo distributori in esclusiva in Europa per Raffine, un dispositivo per microneedling frazionato, e per Celtick, un micro-iniettore elettronico. Pensati per essere utilizzati in simbiosi con i trattamenti di Carbossiterapia, segnano il primo passo verso un’apertura ad altre metodiche complementari.


2017 Puntare all’eccellenza
Riaffermarsi sul conosciuto e specializzarsi in un nuovo settore: Élevance PDO

Le esperienze acquisite con la linea di fili in PDO Shaping UP ci hanno fatto identificare una nuova necessità del mercato: un filo in PDO riassorbibile, ma che durasse più a lungo degli altri e che fosse più resistente, un filo con cui si potessero effettuare dei lifting non più tanto “soft”. Dopo anni di studio produciamo una nuova generazione di fili chirurgici liftanti in polidiossanone, dalle particolari caratteristiche di tenuta e durevolezza: Élevance.
Nello stesso anno rinnoviamo i protocolli di trattamento e le linee guida della carbossiterapia sulla base degli studi multicentrici avviati negli anni precedenti in differenti ambiti di applicazione: tricologia, ginecologia, andrologia e terapia del dolore.


Oggi – Un patrimonio unico per la medicina
Vecchie passioni e nuovi territori
Ogni giorno ci dedichiamo alla difesa, allo sviluppo e alla promozione di una metodica chiamata “Carbossiterapia”, un patrimonio unico per la medicina. Abbiamo la responsabilità di trasmettere l’eredità di competenze e conoscenze che si sono accumulate nel tempo e che devono essere costantemente alimentate.
Per farlo, ci stiamo concentrando su:
– ricerca scientifica, per sviluppare la metodica in nuovi ambiti di applicazione
– formazione teorica e pratica della classe medica
– sensibilizzazione riguardo a:
- Utilizzo di strumenti adatti a questa terapia, sicuri e affidabili
- Reali indicazioni e controindicazioni a livello terapeutico
- Corrette tecniche di esecuzione
